Foto D'Arte Firenze - Articoli filtrati per data: Novembre 2015

CENOBIUM (Cultural Electronic Network Online: Binding up Interoperably Usable Multimedia) è una rappresentazione multimediale di capitelli di chiostro nel mediterraneo realizzata mediante la fotografia digitale ad alta risoluzione, modelli-3D e panoramiche. I capitelli vengono posti virtualmente in connessione con i loro luoghi d’origine, per essere presentati nel loro rapporto architettonico e concezionale.

© Foto: Kunsthistorisches Institut in Florenz, Max-Planck-Institut

Il progetto condotto in collaborazione con l’ISTI/CNR a Pisa e con la partecipazione di più partner internazionali è mirato agli obbiettivi della ricerca, ma è anche appropriato alle esigenze dell’insegnamento e dei musei così come alla documentazione per il restauro.

Il tema centrale del progetto consiste nell’illustrare gli scambi artistici nel secolo XII e XIII attraverso la scultura, intesa come elemento decorativo nell’architettura. I più significativi centri dell’arte scultorea dei capitelli romanici i quali, attraverso l’introduzione del capitello istoriato, avvenuta nel 1100, diedero luogo ad uno scambio di modelli, si trovano nella Francia del sud, in Spagna e in Sicilia.

Il progetto ViHAP3D costituisce il punto di partenza per CENOBIUM realizzato in collaborazione con il MPI per l’informatica di Saarbrücken, col CNR di Pisa, la Soprintendenza di Pisa e la ditta Minolta Konica.

Una parte di questo progetto mira allo sviluppo di un procedimento per la grafica informatizzata, al fine di rendere possibile la rappresentazione tridimensionale di oggetti d’arte digitalizzati e di sculture. CENOBIUM sviluppa questo concetto concentrandosi su dei capitelli romanici, che si prestano in modo particolarmente appropriato ad una documentazione tridimensionale. Contemporaneamente a ciò si accompagna una corrispondente campagna fotografica, altamente qualificata, con l’obbiettivo di restituire in maniera dettagliata la superficie e la materialità degli oggetti, cosa che non può essere ottenuta attraverso la visualizzazione in 3D. Di conseguenza, le foto e i modelli 3D non sono disponibili soltanto in luoghi prescelti, ma anche mediante una programmazione interattiva.

CENOBIUM pone in collegamento fra loro questioni sia classiche che innovative della storia dell’arte con i moderni strumenti informatici e dischiudendo così nuove prospettive le quali, finora, persino sul posto, non sembravano possibili.

Foto D'Arte Firenze | Cristian Ceccanti @ KHI Kunsthistorisches Institut in Florenz, Max-Planck-Institut nel progetto CENOBIUM per il Chiostro di Moissac

I capitelli di chiostro romanici nel mediterraneo e il chiostro di Moissac

Nel corso dell’ultimo lustro del secolo XI si affaccia nella scultura romanica un tipo di capitello il quale sarà determinante per l’aspetto decorativo degli interni sacri e dei chiostri, e che s’imporrà quale elemento fondamentale della scultura medievale. Limitatasi fino ad allora, la decorazione del capitello sostanzialmente alle forme ornamentali vegetali, zoomorfe o antropomorfe, lo spettro delle possibilità veniva ora ad estendersi alla rappresentazione narrativa. Il capitello assumeva quindi, l’ulteriore funzione di rappresentare scene bibliche vetero e neotestamentarie, avvenimenti storici, exempla, parodie e allegorie.

Quale componente dell’architettura il capitello, per la sua tridimensionalità, appare investito di questa nuova funzione innanzitutto nei chiostri. In virtù della completa visibilità delle colonne del chiostro esso offriva l’occasione per una progressiva narrazione per immagini e, contemporaneamente, la possibilità di porre in dialogo fra loro i capitelli adiacenti o altri elementi decorativi. Inoltre, significativo è il rapporto spaziale tra il capitello e le parti funzionali del monastero, poiché la disposizione tematica e dei motivi supportata dai capitelli permette una interazione estetica e funzionale, e forse anche un rinvio a liturgie e consuetudini monastiche. I tre più rilevanti centri della scultura romanica dei capitelli sono localizzabili nella regione del Languedoc­-Roussillon, nella Spagna settentrionale e in Sicilia.

Il chiostro della chiesa abbaziale di Saint-Pierre a Moissac può essere considerato quale costruzione originaria per i primi grandi cicli di capitelli claustrali istoriati. In base a quanto recita un'iscrizione, nell'anno 1100 sotto l'abate Ansquitil fu eretto un chiostro nell'abbazia provvista di ricchi terreni e di una significativa biblioteca monastica. Nel chiostro si alternano capitelli con colonne gemine con capitelli con colonna singola, che in prevalenza illustrano rappresentazioni narrative. Nella sua dissertazione “The Romanesque Sculpture of Moissac” del 1929/31 Meyer Schapiro indica questi capitelli come historiated capitals, coniando in tal modo il concetto a cui questa specifica forma di capitello deve da ultimo il suo nome.

Sul piano i singoli lati dei capitelli vanno a formare un'unità spaziale. Questo spazio si chiude in alto – similmente al prospetto di un palcoscenico – con elici, un abaco fortemente concavo e un blocco della mensola collocato al centro. Un'imposta possente, decorata di regola con figure, animali, piante o caratteri grafici, ricopre infine il kalathos, andando a completare in questo modo l'intera immagine trapezoidale del capitello.

In questa sezione del progetto CENOBIUM il KHI-MPI si è avvalso della collaborazione di due studiose francesi, Quitterie Cazes und Chantal Fraïsse, che insieme hanno redatto i testi relativi ai capitelli, oltre che la descrizione della costruzione.

Per noi di Foto D'Arte Firenze è stata un'esperienza affascinante poter collaborare insieme ai massimi esperti di fotografia d'arte nella post-lavorazione delle immagini digitali realizzate dal fotografo Roberto Sigismondi. 

Seguendo uno specifico workflow precedentemente concordato, con la preziosa supervisione di Ute Dercks e la collaborazione di Stefano Fancelli (KHI)  ci siamo occupati della gestione di una notevole quantità di immagini realizzate in altissima risoluzione che necessitavano di tutti gli accorgimenti necessari dopo la fase di scatto (naming, assegnazione metadati e color management, crop e resize).

L'opportunità di poter osservare "da vicino" on-line il lavoro svolto è la dimostrazione più evidente dei risultati ottenuti dal team. 

Cristian Ceccanti | Foto D'Arte Firenze KHI in Florenz Max-Planck-Institut @ Progetto CENOBIUM - Chiostro di Moissac

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Pubblicato in Fotografia per l'arte

Vincenzo Meucci nacque nel 1694 a Firenze, dove venne avviato alla pittura da Sebastiano Galeotti, per poi trascorrere un lungo periodo di formazione a Bologna, nella bottega di Giovanni Gioseffo dal Sole. Pittore versatile, fu influenzato sia dalla cultura tardobarocca, sia dalla nuova corrente neoclassicista. 

 

© Foto D'Arte Firenze

L'eleganza della sua pittura, spigliata nel disegno e gradevole nei toni, unita alla bellezza idealizzata delle sue figure, ebbe la sua massima espressione negli affreschi e gli valse ben presto l'attenzione sia delle maggiori casate aristocratiche fiorentine, animate dal desiderio di consacrare i fasti di famiglia, sia dei vari ordini religiosi, desiderosi di celebrare il prestigio delle proprie chiese. 

 

© Foto D'Arte Firenze

Artista instancabile, ottenne numerose committenze, soprattutto all'interno del Granducato di Toscana, dove divenne rapidamente una figura di spicco nel panorama artistico del tempo, ottenendo la sua commissione più importante dall'Elettrice Palatina Anna Maria Luisa de' Medici, ultima discendente dei Medici, che nel 1742 lo incaricò di affrescare la cupola della Basilica di San Lorenzo a Firenze con la Gloria dei santi fiorentini. Ma la sua fama si estese anche oltre i confini toscani, come dimostra la sua convocazione a Roma da parte del Cardinale Neri Corsini, nipote del Pontefice Clemente VII, per affrescare il palazzo di famiglia assieme ad altri affermati artisti. 

 

  © Foto D'Arte Firenze

Eppure, a dispetto dell'elevata considerazione che seppe guadagnarsi presso i contemporanei, questo artista era ancora in attesa del giusto riconoscimento da parte della critica moderna. Il volume Vincenzo Meucci (1694-1766), curato da Carlotta Lenzi Iacomelli ed edito da Edifir - Edizioni Firenze, rappresenta il tentativo editoriale, mai fatto sinora, di ricostruire la personalità artistica del pittore, restituendole il primato di cui godeva nel settecento fiorentino.

Foto D'Arte Firenze ha firmato la campagna fotografica che ha prodotto le illustrazioni della vasta produzione pittorica del Meucci, un incarico molto impegnativo, che ci ha condotti in molte chiese e palazzi della Toscana (alcuni dei quali inediti e sconosciuti alla letteratura artistica), fra cui il Palazzo Arcivescovile, Palazzo Aldobrandini, Palazzo Ginori e Palazzo Barbolani di Montauto a Firenze, il Palazzo Arcivescovile, la Collegiata di Santa Maria Provenzano e la chiesa di San Giorgio a Siena, la Cattedrale di San Zeno, la basilica della Madonna dell'Umiltà, la chiesa di Santa Maria del Carmine e la chiesa di San Leone a Pistoia.

Desideriamo ringraziare Edifir e la Dott.ssa Lenzi Iacomelli per la fiducia che ancora una volta hanno riposto nel nostro lavoro ed esprimere la nostra gratificazione per aver potuto contribuire, con le nostre immagini, ad un progetto editoriale importante nell'ambito della Storia dell'Arte fiorentina, in virtù del ruolo di primo piano che Vincenzo Meucci seppe ritagliarsi nella cultura del suo tempo.


 Cristian Ceccanti & Ivan Rossi fotografi | Foto D'Arte Firenze


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