L'inizio della nostra collaborazione fotografica con l'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, uno dei laboratori specializzati nel restauro di opere d'arte più importanti e rinonomati al mondo, ha rappresentato l'occasione per avvicinarsi ed approfondire l'affascinante e talvolta "misterioso" mondo dell'indagine diagnostica sui beni culturali.
A piccoli passi, sempre coadiuvati dagli esperti del settore, abbiamo iniziato ad eseguire riprese fotografiche oltre i nostri campi di specializzazione nel visibile, e più precisamente è iniziata la nostra produzione di immagini a supporto degli interventi di restauro sulle opere d'arte (quadri, dipinti, sculture, disegni, pergamene, bronzi) utilizzando tecniche fotografiche per l'indagine e la diagnostica quali riprese a luce ultravioletta (UV), infrarossa, transilluminazione.
Nel campo del visibile ci sono state molte richieste relativamente alla realizzazione di riprese a luce radente, un genere di fotografia che ha lo scopo di testimoniare attraverso un'immagine bidimensionale gli aspetti di rilievo della morfologia superficiale del manufatto.
Abbiamo capito subito l'importanza cruciale che rappresentano queste tipologie di fotografie e ci siamo prontamente attivati per poter iniziare il nostro percorso di specializzazione in questo campo, consapevoli del fatto che senza il necessario e fondamentale ausilio di professionisti del settore non avremmo potuto neppure minimamente provare ad affrontare questa sfida.
Primi fra tutti i restauratori, poi alcuni colleghi fotografi, ci hanno incoraggiato ad andare avanti e grazie al supporto della ditta MADATEC unitamente alla disponibilità ed esperienza del prof. Paolo A.M. Triolo siamo partiti per questa nuova impegnativa ma sicuramente affascinante avventura.
La possibilità di sperimentare direttamente sul campo e dunque di iniziare da un approccio "pratico" unitamente allo studio di manuali di riferimento e alla partecipazione a seminari specialistici ci ha incoraggiati ad andare avanti ed approfondire anche quell'aspetto complesso ma fondamentale rappresentato dall'interpretazione dei risultati derivanti dall'imaging multispettrale.
La documentazione fotografica per il restauro ha una peculiare specificità poiché non si limita alla sola riproduzione dei valori artistici dell’opera, ma è costituita da una serie di immagini dell’oggetto eseguite in momenti diversi e con le tecniche più appropriate per evidenziarne la tecnica artistica, i materiali costitutivi e lo stato di conservazione. In questa sequenza trovano posto tutte quelle altre immagini che, fin dall’inizio del restauro, ne motivano le scelte e attestano le fasi dell’intervento fino al risultato finale.
La documentazione include ovviamente la ripresa in luce visibile e tutte quelle immagini ottenute con varie tecniche di ripresa per la diagnostica multispettrale.
LE TECNICHE DIAGNOSTICHE DI BASE
1- Rilievo fotografico in LUCE VISIBILE DIFFUSA e in LUCE RADENTE che fornisce la prima documentazione del bene culturale materiale oggetto della sessione di acquisizione ed analisi. La porzione di spettro energetico considerata è quella della luce percepibile dall'occhio umano, tra i 400nm e i 780nm.
Il rilievo fotografico per il bene culturale deve ottemperare alla necessità di una corretta documentazione, ossia deve essere in grado di testimoniare con veridicità gli aspetti visivi, materiali del manufatto a partire dalla forma dell'oggetto e dalla sua morfologia superficiale, sino alle qualità cromatiche
2- Rilievo fotografico in FLUORESCENZA UV (tra i 300 e 400nm). Utilizzato per rilevare la presenza di materiali non distinguibili in luce visibile, per l'identificazione di sostanze diverse e per evidenziari situazioni di non omogeneità.
3- Rilievo fotografico in RIFLETTOGRAFIA UV. Ha lo scopo di rilevare la presenza di strati filmogeni di vernice, utilizzato per corroborare l'acquisizione in florescenza UV
4- Rilievo in FOTOGRAFIA e RIFLETTOGRAFIA IR (tra i 780 e i 2500nm). Per rilevare la tecnica, scritte, firme, date, ritocchi e restauro, pentimenti dell'autore e disegno preparatorio.
5- Rilievo in LUMINESCENZA VIL (luminescenza infrarossa indotta da luce visibile) e VIVL (luminescenza visibile indotta da luce visibile). La tecnica VIL consente di operare il riconoscimento dei pigmenti in maniera molto efficace, escludendo di fatto la necessità di ulteriori analisi puntuali ed invasive. I pigmenti blu egizio, blu e violetto Han, blu maya e, con minore evidenza, i rossi a base di cadmio esprimono risposta in VIL. L'applicazione prevalente della VIVL è invece spesso correlata allo studio di finiture a lacca di cromia rossa e gialla. Le casistiche applicative che consentono l'uso proficuo della VIVL sono le seguenti:
- pittura su tela tavole, pittura murale: finiture in lacche rosse e gialle.
- vernici: la VIVL fornisce una lettura dei pigmenti, riducendo la componente di risposta data dalla vernice, differentemente dalla florescenza ultravioletta convenzionale; contestualmente permette osservazioni su elementi proteici e oleosi.
6- INFRAROSSO in FALSI COLORI per la discriminazione cromatica dei pigmenti apparentemente simili (metamerismo)
TECNICHE DIAGNOSTICHE AVANZATE E COMPUTAZIONALI
1- TRANSILLUMINAZIONE in luce visibile e in ambito multispettrale
2- MOSAICATURE e FOCUS STACKING