Foto D'Arte Firenze - Il blog di Foto D'Arte Firenze - Ultimi Articoli

Con una superficie più che raddoppiata rispetto alla vecchia sede, il 29 ottobre 2015 il Museo dell'Opera del Duomo ha mostrato per la prima volta il suo nuovo volto al pubblico.

25 sale, disposte su tre piani, ospitano circa 750 opere tra statue, rilievi in marmo, bronzo e argento, tra cui capolavori di Michelangelo, Donatello, Arnolfo di Cambio, Lorenzo GhibertiAndrea Pisano, Antonio del Pollaiolo, Luca della Robbia, Andrea del Verrocchio e molti altri ancora.

 Arnolfo di Cambio, Angelo Adorante                                       © Foto D'Arte Firenze

Un allestimento spettacolare, capace di valorizzare opere uniche al mondo, frutto di un restauro durato tre anni, molte originariamente concepite per stare insieme, ma successivamente disperse in attesa di una collocazione più ampia e definitiva, altre addirittura inedite, come i settanta frammenti della facciata medievale del Duomo.

In particolare, al piano terra tornano a splendere la Maddalena penitente di Donatello, la Porta del Paradiso e la Porta Nord del Battistero, di Lorenzo Ghiberti, il cui restauro ha consentito il recupero dell'oro che ne ricopriva le sculture, dopo sei secoli dalla sua realizzazione.

Al piano superiore, è allestita la Galleria del Campanile di Giotto, con 16 statue a grandezza naturale, tra le quali spiccano i Profeti di DonatelloAbacuc e Geremia, e i 54 rilievi scultorei originali che la adornavano. La Galleria della Cupola del Brunelleschi ospita invece i modelli lignei del '400, materiali e attrezzi usati per la costruzione della Cupola e la maschera funebre del grande architetto fiorentino. Segue poi la Galleria delle Cantorie di Donatello e Luca della Robbia e la Sala dell’Altare d’argento dove sono esposte le opere che facevano parte del Tesoro del Battistero. Il secondo piano, infine, ospita una galleria di opere del tardo '500 e primo '600 e una stanza con vista privilegiata sulla Cupola del Brunelleschi.

Ma a destare stupore, nel nuovo assetto del Museo, è soprattutto il modello in resina e polvere di marmo in scala 1:1 dell'antica facciata medievale del Duomo, progettata da Arnolfo di Cambio. E' in questa colossale ricostruzione che sono riposte le aspettative maggiori da parte di monsignor Timothy Verdon, storico dell'arte e direttore della nuova struttura: "Firenze, città ricca di glorie antiche - spiega - ha bisogno di grandi iniziative moderne e il nuovo Museo dell'Opera, una struttura spettacolare di qualità mondiale, è la più importante iniziativa fiorentina degli ultimi anni".

Un progetto ambizioso e ben riuscito, quello della facciata, a cui Foto D'Arte Firenze ha dato il suo contributo, con una campagna fotografica con cui sono state ritratte, da vari punti di ripresa, alcune delle statue che originariamente occupavano le nicchie della facciata stessa. Le immagini ottenute sono state usate come modelli digitali per la rifinitura delle scansioni 3D delle statue, che hanno ritrovato la loro esatta collocazione nella fedele riproduzione dell'antica facciata.

Per noi di Foto D'Arte Firenze, un altro incarico importante, che rinnova e rafforza il nostro impegno per la valorizzazione e la conservazione dell'immenso patrimonio artistico e culturale della nostra città.


Cristian Ceccanti fotografo | Foto D'Arte Firenze  @ UIA Università Internazionale dell'Arte @ ART DEFENDER @ Depositi Via dei Marignolli, con la preziosa collaborazione di Moreno Bardazzi e Simone Baroncelli 


Di seguito i link ad alcuni articoli che parlano dell'inaugurazione del nuovo Museo e della sua storia.

Corriere della Sera | Viaggi | Firenze: Inaugura il nuovo Museo dell'Opera del Duomo

Repubblica | Firenze | Le meraviglie del nuovo Museo dell'Opera del Duomo

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Fra le molteplici campagne fotografiche che abbiamo condotto in questi anni, il recente incarico per la digitalizzazione dei Disegni di Architettura (grandi formati) conservati presso il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi (GDSU) merita senza dubbio una menzione particolare per tecnologie e procedure di lavoro adottate.

  GDSU n.inv.755 Architettura                                                              © Foto D'Arte Firenze

Il progetto, realizzato per conto della Humboldt-Universität zu Berlin Institut für Kunst-und-Bildgeschichte/CENSUS (con la quale prosegue per il quarto anno consecutivo la nostra collaborazione), ha avuto come finalità la creazione di copie digitali raster in scala 1:1 e in altissima risoluzione di pergamene, stampe e incisioni recanti disegni di architettura eseguiti da alcuni fra i più grandi architetti attivi fra il XV e il XVI secolo: 

- il Bramante, architetto e pittore tra i più influenti del Rinascimento, attivo prima a Milano e poi a Roma, dove progettò la Basilica di San Pietro, fu il principale interprete del passaggio al Classicismo Cinquecentesco, tanto da meritarsi la definizione di "inventor e luce della buona e vera Architettura";

- Giuliano da Sangallo, architetto, ingegnere e scultore, fra i migliori successori del Brunelleschi, fu l'architetto prediletto di Lorenzo il Magnifico, progettista di opere di riferimento nello studio delle linee dell'architettura rinascimentale, nonché innovatore nell'ambito dell'ingegneria militare;

Antonio da Sangallo il Giovane, architetto attivo nel Rinascimento e nel Manierismo, progettista di Palazzo Baldassini e di Palazzo Farnese a Roma, considerati modelli di riferimento per l'architettura dei palazzi signorili fino alle soglie del Seicento;

- Giovanni Battista da Sangallo, fratello minore del più famoso Antonio, per il quale si occupò di effettuare misurazioni e rilevamenti in numerosi progetti, pioniere di una tecnica di illustrazione dei progetti più tardi adottata dal circolo di Raffaello;

- Baldassarre Peruzzi, architetto, pittore, scenografo e ingegnere militare, considerato dai suoi contemporanei, fra i quali VasariPalladio, uno dei maggiori artisti del XVI secolo, capace di incidere sullo sviluppo delle arti in moltissimi settori;

- Giovanni Sallustio Peruzzi, figlio di Baldassarre, attivo a Roma, dove progettò l'entrata nobile di Castel Sant'Angelo e diresse i lavori di costruzione del Ghetto Ebraico, prima di trasferirsi a Vienna, dove lavorò come ingegnere ed architetto per l'Imperatore del Sacro Romano Impero Massimiliano II d'Asburgo

Per ciascuno dei disegni da riprodurre, abbiamo curato sia la fase di acquisizione che quella di post-produzione, operando in conformità alle specifiche illustrate dettagliatamente nei "Quaderni di studio 04 - Digitalizzazione di beni artistici e documentari" (vedi allegato), volte a garantire una qualità aderente agli attuali standard internazionali per la riproduzione fedele ed accurata di opere d'arte.


La natura delle opere da riprodurre e la necessità di rispettare i suddetti standard qualitativi hanno pertanto richiesto l'impiego di un sistema di acquisizione (sorgente di luce, apparato di ripresa e strumenti di Color Management) tecnologicamente all'avanguardia, con caratteristiche prestazionali in grado di restituire, con la massima fedeltà cromatica, immagini con una densità di campionamento di 300ppi.

Per illuminare il set di ripresa abbiamo utilizzato lampade a luce giornoconosciuta anche come luce HMI, considerata la più adatta per le riprese digitali. Rispetto alla luce al tungsteno, infatti, la luce giorno presenta diversi vantaggi, sia in termini di resa luminosa che di resa cromatica: è priva di "sfarfallio", elemento che crea non pochi problemi all'immagine digitale, garantisce 2 stop di luce in più ed essendo perfettamente calibrata a 5000/6000°K consente di ottenere immagini più "pulite" ed istogrammi con una resa più corposa in tutto lo spettro cromatico, aspetto che la rende praticamente indispensabile quando si vuole ottenere la massima fedeltà dei colori nelle immagini.


Per l'apparato di ripresa ci siamo affidati alla qualità della Hasselblad H3DII-39MS, che, unendo i vantaggi della tecnologia multishot alle funzionalità della H3DII-39 combinate con le ottiche Carl Zeissrappresenta il massimo in termini di flessibilità, offrendo immagini estremamente dettagliate e prive di interferenza. Il suo sensore Kodak da 39 Mpx di 36 x 48 mm (due volte le dimensioni fisiche dei più grandi sensori DSLR da 35 mm), ci ha permesso di riprodurre, in un unico fotogramma, opere della dimensione massima di circa 60 x 45 cm a 300ppi, conformemente al calcolo matematico illustrato di seguito:

 

Per opere di dimensioni maggiori, quindi, è stato necessario aggiungere un ulteriore step al flusso di lavoro, fotografando separatamente porzioni di documento della dimensione massima di 60 x 45 cm e ricomponendo poi i singoli fotogrammi in un'unica immagine tramite mosaicatura (photo stitching).


Per garantire la corretta consistenza cromatica delle immagini acquisite nel loro passaggio attraverso diversi dispositivi di visualizzazione, abbiamo quindi sottoposto le immagini ad un'analisi di corrispondenza colorimetrica attraverso tabelle di colore standard, lavorando su monitor opportunamente calibrati e profilati.


Il processo di elaborazione, eseguito sfruttando la potenza di calcolo di piattaforme Apple, ha prodotto immagini digitali con una media di 10000 pixel di lato lungo (per arrivare in alcuni casi alle ragguardevoli dimensioni di 23000 x 8200px), ed un peso medio dell'ordine di 1GB a 16bit colore, salvate in formato TIFF non compresso  e accompagnate ciascuna da una serie di file guida XML contenenti i metadati necessari per l'archiviazione e la consultazione dell'archivio digitale.

 

A sinistra, copia digitale GDSU n.inv. 6730A di dimensioni 5374x10798 pixel e peso 332MB. A destra, dettaglio in scala 1:1 dell'immagine

Campagne fotografiche come quella descritta sono emblematiche nel mostrare come la Fotografia d'Arte sia un mestiere altamente impegnativo e specializzato, che richiede spesso un approccio "scientifico", una solida preparazione tecnica ed una consolidata esperienza a contatto con le opere. Per questo desideriamo rivolgere un sentito ringraziamento nei confronti del Census di Berlino e del GDSU per averci assegnato un incarico così gratificante ed averci messo nelle condizioni ideali per portarlo a termine nel migliore dei modi, augurandoci, per il futuro, di poter di nuovo collaborare con questi importanti Istituti in progetti altrettanto prestigiosi.

 


Cristian Ceccanti fotografo | Foto D'Arte Firenze @ Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi 


 

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In occasione dell'anno di Pistoia Capitale italiana della cultura l'edificio storico della Sapienza, fondato dal cardinale Niccolò Forteguerri e oggi sede della Biblioteca Forteguerriana, ospita un suggestivo percorso dedicato alla scrittura a Pistoia, che si snoda fra manoscritti di opere letterarie, documenti, incunaboli, libri a stampa, autografi e materiali figurativi, dalla fine del Duecento ad oggi.

E' un viaggio - quello proposto dalla mostra - affascinante e multiforme, che segue il percorso delle sale della Biblioteca Forteguerriana, portando il visitatore a indugiare sugli scaffali e sui libri, alla ricerca del valore di una comune identità.

La mostra sarà visitabile, negli orari di apertura della biblioteca ed in più il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, dal 22 ottobre al 17 dicembre 2017; venerdì 8 dicembre dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.

mostra la città che scrive biblioteca forteguerriana pistoia

 

 

Sabato, 24 Settembre 2016 11:10

Restaurata la vetrata centrale della Chiesa di San Biagio In evidenza

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Montepulciano - Chiesa rinascimentale di San Biagio, restaurata la vetrata del 1500

tempio san biagio montepulciano

Tempio della Madonna di San Biagio, capolavoro di Antonio da Sangallo il Vecchio

Sarà presentato oggi sabato 24 settembre alle 18 il restauro della vetrata centrale della Chiesa rinascimentale di San Biagio. All'interno di quello che viene comunemente chiamato "Tempio", si alterneranno nella presentazione Giovanna Virde, che già in passato aveva condotto uno studio sulla vetrata raffigurante l'Immacolata Concezione, e il maestro Daniele Angellotto, che alla fine dello scorso anno, con cura e meticolosità, ha provveduto al restauro della prestigiosa opera sotto lo sguardo vigile e sempre attento di Laura Martini, funzionario della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Siena, Grosseto e Arezzo.

vetrata San Biagio Montepulciano

© Foto D'Arte Firenze

La vetrata, datata 1551 (quindi coeva al monumentale edificio poliziano), è opera di Michelangelo di Cipriano d'Urbano da Cortona, e riprende un famoso dipinto del Signorelli. Al restauro della preziosa opera, riportata al suo originario splendore cinquecentesco, ha contribuito in maniera determinante l'Associazione delle Fabbricerie d'Italia. Il tutto sotto l'attenzione delle Opere Ecclesiastiche Riunite, guidate dall'architetto Riccardo Pizzinelli che insieme al Consiglio di Amministrazione dell'Ente ha voluto dedicare questo intervento alla memoria del Consigliere Alfonso Amorosa, notaio apprezzato presso gli ambienti poliziani.

vetrata San Biagio Montepulciano

© Foto D'Arte Firenze

Alla presentazione sarà presente anche la comparsa della Contrada "Le Coste" in costumi d'epoca, che offrirà l'aperitivo nei locali della Canonica di San Biagio, subito dopo la presentazione. In occasione della serata, precisa il parroco don Domenico Zafarana, verrà consegnato un ricordo consistente in un'immagine della vetrata appena restaurata e una brochure con il testo che illustra il significato artistico e teologico della stessa.

Noi di Foto D'Arte Firenze siamo orgogliosi di aver contribuito alla realizzazione delle immagini che documentano questo eccezionale e delicato intervento di restauro che ha riportato al suo originario splendore un'opera veramente unica nel suo genere.

San Biagio vetrata

© Foto D'Arte Firenze

L'appuntamento è dunque per il pomeriggio di oggi, per poter ammirare, grazie all'effetto luminoso, quella che, insieme alle sfumature del travertino dorato dal tempo, è la testimone privilegiata di cinque secoli di storia dell'edificio rinascimentale apprezzato in tutto il mondo.


Cristian Ceccanti | Foto D'Arte Firenze @ Chiesa di San Biagio - Montepulciano (SI)


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A distanza di 6 mesi dalla precedente campagna fotografica, Foto D'Arte Firenze è tornata nella Galleria degli Uffizi per realizzare le immagini dei soffitti affrescati delle sale 19-23, recentemente riaperte al pubblico dopo gli interventi di restauro.

Si tratta delle sale dedicate al Rinascimento extra-fiorentino, con importanti esempi riconducibili alla pittura tedesca, all'arte fiamminga e all'ambiente veneto, a testimonianza di quello spirito didattico settecentesco degli Uffizi, favorito da scambi e specifici accrescimenti, teso a rappresentare lo sviluppo della pittura in tutti i suoi filoni più importanti.

La sala 19, in particolare, ospita opere di provenienza toscana, umbra, emiliana e marchigiana e l'attuale volta venne ridipinta nel 1665 da Agnolo Gori con le Allegorie di Firenze e della Toscana, trionfi, battaglie e stemmi medicei, dopo che l'originale andò distrutta.

Unica in Italia, con ben cinque opere dell'indiscusso maestro del Rinascimento tedesco Albrecht Dürer, compresa la famosa Adorazione dei Magi del 1504, la sala 20 ha un soffitto affrescato con grottesche originali del '500 e con vedute di Firenze aggiunte nel '700.


© Foto D'Arte Firenze

Le sale 21, 22 e 23 sono dedicate rispettivamente alla pittura veneta, rappresentata magnificamente dal capolavoro di Giovanni Bellini l'Allegoria Sacra, alla scuola fiamminga e ai maestri del nord-Italia Mantegna (col trittico  proveniente dal Palazzo Ducale di Mantova) e Correggio, presente con opere di grande originalità come l'Adorazione del Bambino. Gli affreschi di queste tre sale sono opera di Ludovico Buti: la sala 21 reca decorazioni a grottesche e scene di battaglie con interessanti figure di indiani e animali del Nuovo Mondo; motivi bellici anche nella sala 22, mentre nella sala 23, utilizzata in passato come armeria, sono raffigurate officine per la produzione di armi, polvere da sparo e modelli di fortezze.


© Foto D'Arte Firenze

L'opera di rinnovamento ha restituito a queste sale il pregio di essere degli autentici scrigni per tesori artistici di inestimabile valore ed ha ridonato slancio prospettico a tutta l'ala est della Galleria, fra la Tribuna e l'affaccio sull'Arno.


 Cristian Ceccanti & Ivan Rossi fotografi | Foto D'Arte Firenze @ Galleria degli Uffizi 


 

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A pochi chilometri da Terni, in un'area ricca di storia e di bellezze naturali, sorge l'antico borgo medievale di Amelia. Inserito perfettamente nel contesto fiabesco delle verdissime colline umbre, fra possenti mura poligonali che nemmeno Federico Barbarossa riuscì a violare, questo luogo offre ai visitatori l'esperienza di un viaggio nel tempo. 

Dal 7 giugno al 6 settembre, chiunque desideri compiere questo viaggio avrà un motivo in più per farlo. In occasione del 500° anniversario della sua costruzione, infatti, Palazzo Farrattini, autentico manifesto di bellezza rinascimentale ad Amelia, farà da scenario ad una mostra e ad una serie di eventi volti a riscoprire il valore storico ed architettonico di questo edificio.

Realizzato su disegno dell'architetto Antonio da Sangallo il Giovane, su commissione del vescovo Bartolomeo II Farrattini, Prefetto della Basilica di San Pietro, il palazzo fu salutato fin da subito come un capolavoro dai contemporanei, tanto che anche il Vasari ne parla nel suo celebre trattato "Le Vite". Oggi è utilizzato come Residenza d'Epoca, mantenendo intatto il suo fascino, grazie ai suoi pavimenti originali, agli affreschi ed ai suoi magnifici soffitti a cassettoni.

Per l'intera durata delle celebrazioni del cinquecentenario, il palazzo rimarrà aperto al pubblico con visite guidate e percorsi a tema allestiti nei suoi suggestivi saloni. Nell'atrio, un'esposizione di manifesti, ordinanze e quotidiani su Amelia, provenienti dall'archivio privato del palazzo, racconteranno la quotidianità della società amerina. Nel sontuoso Salone del Sangallo, attraverso una raccolta di ritratti, di alberi genealogici dei vari rami della famiglia, riuniti insieme per la prima volta, e di documenti provenienti dall'Archivio di Stato di Terni, verrà ricostruita la storia dei Farrattini e dell'edificio. Spazio anche al racconto della genesi dell'opera, con l'esposizione di tesi di laurea e ricerche sul progetto originale (oggi conservato negli archivi degli Uffizi a Firenze) e sulle diverse fasi di costruzione.


© Foto D'Arte Firenze

Noi di Foto D'Arte Firenze, con le nostre immagini, abbiamo contribuito ad illustrare la pubblicazione del catalogo del Palazzo che accompagna questa importante ricorrenza. Un ringraziamento speciale lo rivolgiamo ad Ettore Farrattini per l'invito all'inaugurazione della mostra, ma soprattutto per l'accoglienza e la disponibilità mostrate durante il nostro lavoro e per la straordinaria opportunità che ci ha permesso di approfondire la conoscenza di un luogo meraviglioso, testimonianza architettonica fra le più rappresentative del Rinascimento.

Una selezione di immagini realizzate per la pubblicazione

 

© Foto D'Arte Firenze

A seguire, i link al sito ufficiale del Palazzo e alla pagina con il programma completo della celebrazione:

Palazzo Farrattini

Cinquecento anni di Palazzo Farrattini

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Cristian Ceccanti & Ivan Rossi fotografi | Foto D'Arte Firenze @ Palazzo Farrattini, Via Farrattini 52, Amelia (TR)

Dal dicembre 2013, c'è un angolo d'Italia ad accogliere i visitatori di Bryant Park, uno dei parchi più frequentati di New York, situato in Midtown Manhattan fra la 41a e la 42a strada. Al 1095 di Avenue of Americas, nella piazza che fa da anticamera al parco, svettano Hero e Superhero, la coppia di sculture pubbliche con cui l'acclamato architetto e designer italiano Antonio Pio Saracino ha risposto alla duplice richiesta di celebrare l’Anno della cultura italiana negli Stati Uniti e di realizzare un progetto di arte pubblica nel cuore della Grande Mela.


Hero, interamente realizzata in marmo, è un dono dell’Italia agli Stati Uniti, da parte della Farnesina, dell’Ambasciata Italiana di Washington DC e del Consolato Generale d’Italia a New York, con il sostegno di Eni, in segno di amicizia fra i due Paesi. Guardando l'opera, anche l'occhio più distratto non può fare a meno di scorgervi i contorni familiari di uno dei simboli più famosi dell'Italia nel mondo, nonché icona fra le più rappresentative della civiltà occidentale: il David di Michelangelo.

Con questo progetto, Saracino si è infatti voluto ispirare al grande capolavoro del Buonarroti, proponendone una rilettura in chiave moderna basata sulla scomposizione delle armoniche forme michelangiolesche in piani paralleli di vario spessore, a formare una struttura che richiami l'architettura dei grattaceli circostanti e che esprima al tempo stesso potenza e levità.


Il 4 maggio, a due anni dalla sua creazione, una nuova edizione della scultura di Saracino è stata installata nel cortile della Galleria dell'Accademia, a pochi metri dall'opera a cui si ispira. L'iniziativa, promossa dalla stessa Direzione della Galleria dell'Accademia, in collaborazione con l'Ambasciata Italiana di Washington DC e con PMG Italia, rappresenta un omaggio "filologico" al grande modello di Michelangelo ed il tentativo ambizioso di instaurare con esso una relazione attuale.


© Foto D'Arte Firenze

La nuova edizione, commissionata dal gruppo finanziario newyorkese Global emerging Markets Group (GEM), è stata infatti costruita a Carrara usando la stessa pietra scelta da Michelangelo  ed ha le stesse dimensioni del David (5,2 m.), dunque più grande di quella di Bryant Park, per un peso totale di circa 5t. Essa rimarrà esposta fino al 20 settembre, dopodiché verrà trasferita all'EXPO di Milano.

Noi di Foto D'Arte Firenze abbiamo incontrato Saracino alla Galleria dell'Accademia ed abbiamo seguito assieme a lui le operazioni di scopertura dell'opera, realizzando alcuni degli scatti usati per il pieghevole dell'evento espositivo, facente parte della collana "Quaderni dell'Accademia", edita da Sillabe. Per noi e per la nostra attività nell'ambito della fotografia d'arte, l'incontro con un esponente di spicco dell'architettura contemporanea si è rivelato particolarmente stimolante.


Siamo lieti di aver potuto rendere omaggio ad un opera coraggiosa, considerata una fra le più intelligenti e qualitativamente rilevanti reinterpretazioni del David mai realizzate, nel segno della continuità con i valori della tradizione artistica ed architettonica italiana del passato, di cui siamo da sempre sostenitori.

© Foto D'Arte Firenze


Antonio Pio Saracino - Designer e architetto Italiano di fama internazionale con base a New York, Saracino ha disegnato edifici, monumenti e oggetti. Le sue opere di design sono state esposte in numerose gallerie e musei di livello internazionale a Washington D.C., Los Angeles e Dubai e fanno parte di collezioni permanenti in musei come il Brooklyn Museum, il Museum of Art and Design di New York e il PowerHouse Museum di Sydney. Ha partecipato alla 54a edizione della Biennale d'Arte di Venezia ed ha vinto numerosi premi tra cui due American Architecture Awards dal Chicago Museum of Architecture e due Best of the Year Award da Interior Design Magazine. Il suo lavoro è stato recensito in pubblicazioni di livello internazionale come il The New York Times, Architectural Digest, Interior Design e Wellpaper. ARTnews Magazine lo ha inserito fra i 25 più interessanti trendsetter, il New italian Blood award lo ha riconosciuto come uno dei Top Ten Italian Architects under 36 e Vogue lo ha definito come uno dei più prolifici designers italiani all'estero.


Informazioni utili La mostra “Hero a Firenze. Omaggio al David: Saracino interpreta Michelangelo” sarà visibile nel cortile interno della Galleria dell’Accademia dal 5 maggio fino al 20 settembre 2015, dal martedì alla domenica, dalle 8.15 alle 18.50.Il biglietto d’ingresso costa € 12,50 (intero) e € 6,25 (ridotto); eventuali richieste di prenotazione al numero 055-294883 di Firenze Musei. Per l’occasione, a cura di Sillabe, è stato realizzato un pieghevole in italiano e in inglese della serie “Il luogo del David” , con i testi dei protagonisti e arricchito da un notevole apparato fotografico (in allegato a questo articolo). Da segnalare, infine, che con il prezzo del biglietto d’ingresso al museo saranno visibili sia la grande scultura di Saracino, sia la mostra “L’arte di Francesco. Capolavori d’arte italiana e terre d’Asia dal XIII al XV secolo”, in corso nell’ambito del programma espositivo di Un anno ad arte 2015.


Cristian Ceccanti & Ivan Rossi fotografi | Foto D'Arte Firenze @ Galleria dell'Accademia | Via Ricasoli 58-60 Firenze


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 Alcuni video dedicati all'evento

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Se oggi Firenze può esibire molti dei capolavori artistici che hanno contribuito a renderla celebre in tutto il mondo, il merito è della determinazione e della lungimiranza politica di una donna, Anna Maria Luisa de' Medici. Fu lei, infatti, ultima discendente del ramo granducale mediceo, a fare in modo che l'immenso patrimonio artistico e librario accumulato nei secoli dalla sua famiglia rimanesse a Firenze dopo la morte del fratello Gian Gastone, ultimo erede della dinastia. 

Figlia terzogenita del Granduca Cosimo III e della Principessa Margherita Luisa d'Orléans, Anna Maria divenne Elettrice Palatina in seguito alle nozze con Johann Wilhelm von Pfalz Neuburg, Principe Elettore del Palatinato. Rimasta vedova, fece ritorno a Firenze, dove nel 1737, anno della morte del fratello, stipulò coi Lorena il famoso "Patto di famiglia", col quale il potente casato si impegnava ad esercitare il suo diritto ereditario sul Granducato di Toscana garantendo però la permanenza delle opere d'arte dei Medici nella loro città e nel loro Stato.

A 270 anni dalla sua scomparsa, avvenuta nel 1743, Firenze ha voluto rendere un doveroso omaggio a questa donna e al suo amore per la città con una mostra dal titolo "Arte e Politica. L'Elettrice Palatina e l'ultima stagione della committenza medicea in San Lorenzo", che ne ripercorre le fasi cruciali della vita, con particolare attenzione agli anni del suo impegno per l'arte e per la politica fiorentine, che le valsero l'appellativo di "Principessa Saggia".

La mostra, allestita presso il Museo delle Cappelle Medicee e inaugurata l'8 aprile 2014, si articola in 5 sezioni, presentando al pubblico anche le rarità emerse da nuove ricerche e i risultati dei recenti interventi di risanamento della sepoltura e di restauro di parte dell'importante corredo funebre della Principessa. Si parte da L’infanzia e gli anni giovanili al Poggio Imperiale per poi passare a La giovinezza e il matrimonio, dove spicca la celebre "Allegoria degli Elettori palatini come protettori delle Arti", di Bartolomeo Van Douven; quindi Il rientro a Firenze e l’impegno per la chiesa di famiglia, nucleo centrale dell'esposizione e infine La morte, con incisioni e pubblicazioni dell’epoca ed oggetti rinvenuti nella tomba, fra i quali due medaglie d’oro, due monete e la targa dedicatoria, mai esposti in pubblico prima d'ora.

Con la sua campagna fotografica, Foto D'Arte Firenze ha contribuito ad illustrare il catalogo della mostra, edito da Sillabe e curato da Monica Bietti, curatrice anche dell'esposizione. Per noi un incarico prestigioso ed un'esperienza densa di significato, che valorizza il nostro impegno al servizio dell'arte fiorentina attraverso la celebrazione di una personalità a cui Firenze sarà sempre riconoscente.

A seguire, alcuni link a pagine con aneddoti storici e informazioni sull'evento e il video di RepubblicaTV. In allegato, un estratto del catalogo tratto dal sito di Sillabe Editore.

Polo Museale Fiorentino | Mostre - Arte e Politica. L'Elettrice Palatina e l'ultima stagione della committenza medicea in San Lorenzo

La Nazione Firenze | Cultura - Una mostra in onore dell'Elettrice Palatina

Arte e Arti Megazine | La Principessa Saggia. L'Elettrice Palatina e il Patto di famiglia 


Cristian Ceccanti & Ivan Rossi fotografi | Foto D'Arte Firenze 

Video collegato

RepubblicaTV | L'Elettrice Palatina, Firenze riscopre la protettrice delle arti

Dal 25 giugno al 30 settembre 2015, la visita all'Acquario di Livorno, il più grande acquario della Toscana, si arricchisce ulteriormente, offrendo la possibilità di approfondire il tema del mare da un punto di vista artistico e religioso. L'area espositiva al primo piano della struttura ospita infatti la mostra temporanea dal titolo "Il pane e i pesci: storie di mare, di devozione e di cibo", un viaggio alla riscoperta del significato simbolico che il mare e i pesci assumono nella cultura cristiana.

L'esposizione, ideata e promossa da Sillabe S.r.l. in collaborazione con Costa Edutainment S.p.A., che gestisce l'Acquario, e curata da Maddalena Paola Winspeare con Marilena Caciorgna, Francesca Orlandi e Barbara Tavolari, ha come elementi carattarizzanti l'acqua, il mare e il cibo, fonti primarie di vita al centro delle tematiche promosse da Expo Milano 2015

La mostra si articola in tre sezioni: la prima sezione è dedicata al Vecchio Testamento, con una serie di stampe fac-similiari di dipinti che ripercorrono la storia di Tobiolo e dell'Arcangelo Raffaele; la seconda sezione è invece incentrata sul miracolo suggestivo della Moltiplicazione dei Pani e dei Pesci, con l'approfondimento di tre episodi significativi del Nuovo Testamento; nella terza sezione, infine, sono esposti alcuni tra i più importanti ex-voto marinari della collezione del Santuario della Madonna di Montenero, una delle più grandi e interessanti raccolte di tavolette votive che si conosca.


Foto D'Arte Firenze ha realizzato le immagini per la stampa dei fac-simile esposti nella prima sezione. Nello specifico, si tratta di riproduzioni fotografiche in alta risoluzione e in scala 1:1 di dipinti, ottenute per mezzo di mosaicatura digitale di più fotografie. Fra le opere riprodotte, vi sono Tobiolo e san Raffaele Arcangelo di Cristofano Allori e Raffaele rifiuta i doni di Tobiolo di Giovanni Bilivert, entrambe esposte nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti, I Tre Arcangeli e Tobiolo di Francesco Botticini, conservata agli Uffizi, I Tre Arcangeli e Tobiolo di Domenico di Michelino, esposta nella Galleria dell'Accademia e Madonna col Bambino in trono, Sant'Agostino, l'Arcangelo Raffaele e Tobiolo di Giovanni Antonio Sogliani, conservata al Museo di San Marco a Firenze.

© Foto D'Arte Firenze

Da parte nostra, un ringraziamento a Sillabe per la fiducia riposta nel nostro lavoro e per un incarico che ci ha visti,  una volta di più, spettatori privilegiati davanti ad opere di pregevole bellezza, che grazie a questa iniziativa potranno essere ammirate, per la prima volta insieme, da un pubblico di ogni età.

Alcuni scatti di backstage delle riprese fotografiche effettuate alla Galleria dell'Accademia

Alcuni link per approfondimenti:

La settimana di Livorno - quotidiano on line della Diocesi di Livorno

Comune di Livorno - Portale turismo

QuiLivorno.it - quotidiano Online indipendente e gratuito


Cristian Ceccanti & Ivan Rossi fotografi | Foto D'Arte Firenze  @ Acquario di Livorno


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Vincenzo Meucci nacque nel 1694 a Firenze, dove venne avviato alla pittura da Sebastiano Galeotti, per poi trascorrere un lungo periodo di formazione a Bologna, nella bottega di Giovanni Gioseffo dal Sole. Pittore versatile, fu influenzato sia dalla cultura tardobarocca, sia dalla nuova corrente neoclassicista. 

 

© Foto D'Arte Firenze

L'eleganza della sua pittura, spigliata nel disegno e gradevole nei toni, unita alla bellezza idealizzata delle sue figure, ebbe la sua massima espressione negli affreschi e gli valse ben presto l'attenzione sia delle maggiori casate aristocratiche fiorentine, animate dal desiderio di consacrare i fasti di famiglia, sia dei vari ordini religiosi, desiderosi di celebrare il prestigio delle proprie chiese. 

 

© Foto D'Arte Firenze

Artista instancabile, ottenne numerose committenze, soprattutto all'interno del Granducato di Toscana, dove divenne rapidamente una figura di spicco nel panorama artistico del tempo, ottenendo la sua commissione più importante dall'Elettrice Palatina Anna Maria Luisa de' Medici, ultima discendente dei Medici, che nel 1742 lo incaricò di affrescare la cupola della Basilica di San Lorenzo a Firenze con la Gloria dei santi fiorentini. Ma la sua fama si estese anche oltre i confini toscani, come dimostra la sua convocazione a Roma da parte del Cardinale Neri Corsini, nipote del Pontefice Clemente VII, per affrescare il palazzo di famiglia assieme ad altri affermati artisti. 

 

  © Foto D'Arte Firenze

Eppure, a dispetto dell'elevata considerazione che seppe guadagnarsi presso i contemporanei, questo artista era ancora in attesa del giusto riconoscimento da parte della critica moderna. Il volume Vincenzo Meucci (1694-1766), curato da Carlotta Lenzi Iacomelli ed edito da Edifir - Edizioni Firenze, rappresenta il tentativo editoriale, mai fatto sinora, di ricostruire la personalità artistica del pittore, restituendole il primato di cui godeva nel settecento fiorentino.

Foto D'Arte Firenze ha firmato la campagna fotografica che ha prodotto le illustrazioni della vasta produzione pittorica del Meucci, un incarico molto impegnativo, che ci ha condotti in molte chiese e palazzi della Toscana (alcuni dei quali inediti e sconosciuti alla letteratura artistica), fra cui il Palazzo Arcivescovile, Palazzo Aldobrandini, Palazzo Ginori e Palazzo Barbolani di Montauto a Firenze, il Palazzo Arcivescovile, la Collegiata di Santa Maria Provenzano e la chiesa di San Giorgio a Siena, la Cattedrale di San Zeno, la basilica della Madonna dell'Umiltà, la chiesa di Santa Maria del Carmine e la chiesa di San Leone a Pistoia.

Desideriamo ringraziare Edifir e la Dott.ssa Lenzi Iacomelli per la fiducia che ancora una volta hanno riposto nel nostro lavoro ed esprimere la nostra gratificazione per aver potuto contribuire, con le nostre immagini, ad un progetto editoriale importante nell'ambito della Storia dell'Arte fiorentina, in virtù del ruolo di primo piano che Vincenzo Meucci seppe ritagliarsi nella cultura del suo tempo.


 Cristian Ceccanti & Ivan Rossi fotografi | Foto D'Arte Firenze


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Il 2015 ha riconsegnato a Firenze un Teatro della Pergola completamente rinnovato. Fra maggio e settembre, sono stati completati gli ultimi due dei quattro lotti di un ampio e complesso progetto di restauro e risanamento conservativo del Teatro iniziato nel 2013 (vedi articolo del blog).


© Foto D'Arte Firenze

I lavori, condivisi tra la Fondazione Teatro della Pergola, la direzione servizi tecnici del Comune e la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il paesaggio di Firenze, Pistoia e Prato, sono costati complessivamente 4 milioni di euro. Il finanziamento è parte dell’accordo di valorizzazione del giugno 2011 siglato con il Ministero per i Beni culturali per il mantenimento in attività del Teatro, le risorse rese disponibili dal Ministero dello Sviluppo Economico sono quelle già destinate dalla Regione Toscana per la creazione di un sistema di teatri cittadini, di prosa e musica da camera. 

© Foto D'Arte Firenze

Tra gli interventi realizzati, il risanamento delle coperture e delle facciate del Saloncino e della Biblioteca, il restauro degli apparati decorativi e dei pavimenti della Sala Oro, del pavimento in legno della platea, delle opere architettoniche e pittoriche nella Sala Spadoni, degli apparati decorativi dell’atrio d’ingresso principale con la realizzazione della nuova biglietteria e l'illuminazione nella Sala delle Colonne.  

 

© Foto D'Arte Firenze

Foto D'Arte Firenze ha curato il reportage fotografico di documentazione degli interventi effettuati nella Sala Oro, nell'atrio d'ingresso e nella Sala delle Colonne, un incarico che ha richiesto di ritrarre gli ambienti prima e dopo il restauro.

© Foto D'Arte Firenze

Si rinnova dunque il nostro impegno a fianco del Comune di Firenze per la Pergola, ben contenti di aver potuto dare il nostro contributo ad un progetto che possa aprire la strada alla candidatura del Teatro a teatro di interesse nazionale. 


© Foto D'Arte Firenze

Un ringraziamento speciale alla Dott.ssa Marzia Cantini per l'indispensabile supporto e la preziosa collaborazione. 


 Cristian Ceccanti & Ivan Rossi fotografi | Foto D'Arte Firenze @ Teatro della Pergola | Via della Pergola 12/32, Firenze 


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Sembrava ormai irrimediabilmente perduta, dopo essere andata in frantumi a causa della caduta accidentale occorsa due anni fa durante la sua movimentazione per essere esposta ad una mostra ad Assisi dedicata al suo autore. Ma il 25 marzo, dopo un difficilissimo intervento di restauro, "L'Uccisione di Priamo" di Antonio Canova ha finalmente ritrovato la luce dei riflettori nella Gipsoteca della Fondazione Accademia delle Belle Arti Pietro Vannucci di Perugia.

Grande soddisfazione da parte di tutti coloro che hanno preso parte al lavoro di ricollocazione, ma soprattutto da parte di Daniele Angellotto, il restauratore fiorentino esperto in opere canoviane, indicato dalla Soprintendenza per ricomporre il bassorilievo: «Un restauro particolarmente difficile se si pensa che solo Pirro (al centro dell’opera) era ridotto in oltre 200 pezzetti», sottolinea Angellotto. 

Per il restauro dell'opera, cui è stato anche applicato un supporto in fibra di carbonio, è stata fondamentalmente inventata una tecnica nuova: «La frammentarietà era veramente esagerata - spiega il restauratore - e non vi era nessuno piano di appoggio per poter, poi, riassemblare i pezzi. [...] Ho utilizzato un’ottima colla di restauro di ultima generazione (fluorurato) che consente un restauro reversibile, ovvero che può essere rimosso in qualsiasi momento. Un lavoro durato un anno e mezzo, ma che alla fine ha dato un risultato soddisfacente».


© Foto D'Arte Firenze

Soddisfatto anche Giovanni Manuali, presidente dell’Accademia di Belle Arti, per il quale, quella occorsa al capolavoro canoviano è stata «una brutta vicenda che si è conclusa in maniera fortunatamente molto positiva, grazie alle abili mani del restauratore, ma che ci insegna che mai più un’opera della Gipsoteca sarà spostata».


© Foto D'Arte Firenze

In virtù di una proficua collaborazione, consolidata negli anni, Il dott. Angellotto si è rivolto a noi di Foto D'Arte Firenze per le riprese fotografiche del bassorilievo. Un incarico che abbiamo accettato con entusiasmo, consapevoli dell'importanza e della delicatezza di un restauro che ha restituito all'Arte italiana un'opera dal grande valore iconografico.


© Foto D'Arte Firenze

Dopo la ricollocazione del bassorilievo, l'Accademia è rimasta aperta al pubblico durante il fine settimana di Pasqua, in attesa del convegno che farà da corollario alla mostra Antonio Canova e il “tesoro ritrovato”, che si svolgerà dal 14 maggio al 9 luglio 2016 a Sangemini.


Cristian Ceccanti fotografo | Foto D'Arte Firenze con la preziosa collaborazione di Simone Baroncelli 


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